Il karate-do è un’arte marziale nata nell’isola di Okinawa e sviluppata in Giappone. Prevede la difesa senza l’utilizzo di armi ma solo a mani nude attraverso tecniche di difese e attacchi di braccia e di gambe. Nato come mezzo di difesa allenato in segreto dagli uomini delle popolazioni più povere si è poi esteso nei secoli nell’ambiente militare ed infine anche alle donne e ai bambini nelle scuole.
Per capirne meglio le origini è bene fare un quadro del periodo in cui questa disciplina ha trovato il suo sviluppo. Il primo processo di unificazione nazionale porta in Giappone l’inizio della prima età antica (300 – 794 d.C.) caratterizzata da una situazione interna molto debole ed una influenza cinese sempre più forte. Il governo, grazie ad un colpo di stato (645), si assicurò la proprietà di tutte le terre del popolo ricavandone le imposte, comunque non aveva il controllo assoluto dei clan e quindi non ottenne il monopolio del potere militare.
La seconda età antica o periodo Heian (794 – 1185 d.C.) fu caratterizzata da un rafforzamento dei clan che portò l’ascesa al potere del clan Fujiwara e la conferma dei Samurai come gruppo militarmente sempre più forte. Nasce anche la figura dello Shogun che lega a sé i samurai secondo il principio di rapporto di protezione e beneficio.
Nel primo medioevo o periodo Kamakura (1185 – 1333 d.C.) il ruolo dei Bushi (samurai) diventa quello di demolire le istituzioni aristocratiche instaurando un regime feudale. I samurai continuano il loro processo di rafforzamento e ascesa al potere influenzati sempre più dalla cultura cinese, e grazie a queste influenze di buddismo Zen e neoconfucianesimo nasce il Bushido e l’età nipponica.
Il periodo Kamakura finì con una vittoria dei nipponici durante l’invasione dei mongoli sconfitti una prima volta dai giapponesi ed una seconda volta da un tifone denominato Kamikaze (vento divino). Questa vittoria portò una grande crisi economica tra la classe degli Shogun, ed anche i Samurai, non avendo ottenuto alcun bottino di guerra, furono costretti a grandi sacrifici economici.
Seguirono le epoche Nanbucho e Muromachi caratterizzate da una crisi interna sempre più grave e dall’imperativo comune che era quello di uccidere.
Arriviamo quindi all’epoca vicina o periodo Kinsei (1568 – 1867 d.C.) dove, grazie all’opera di tre grandi Shogun abbiamo uno ristabilimento di ordine ed un periodo di prosperità.
Lo shogun Nobunaga sopprime il potere dei templi buddisti e sfrutta lo sbarco degli europei in Giappone per l’introduzione delle armi da fuoco.
Lo shogun Hideyoshi impone la propria autorità su tutti i signori, procede alla sistemazione catastale dei terreni ed al disarmo dei civili.
Lo shogun Tokugawa prende il potere nel 1600, rifiuta il colonialismo e chiude il Giappone al mondo per 250 anni. Nel periodo dei Tokugawa, nonostante le pesanti imposte sui terreni ed il concetto di strizzare al massimo i contadini, il Giappone vede una economia florida, l’aumento della produzione agricola, nascono le prime industrie, e la classe dei Bushi, d’altro canto, in mancanza di bottini di guerra, perdono le loro ricchezze ed in parte il loro potere.
Gichin Funakoshi nasce nel 1868 da una famiglia di Samurai in un periodo in cui il passaggio dall’era feudale all’era moderna vedeva la classe dei Samurai con sempre meno poteri e privilegi fino all’arrivo della sua abolizione. Riceve una educazione cinese classica caratterizzata da un comportamento e una mentalità degna della casta dei Samurai alla quale lui apparteneva. Studia anche stili di combattimento: il Tekumi che prevedeva un tipo di lotta basato sulla forza fisica e successivamente, all’età di 13 anni, il Karatè sotto l’insegnamento del M. Azato.
Decide di intraprendere gli studi di medicina ma decide di rinunciare quando gli chiedono di tagliare il codino che portava come segno della casta dei Samurai. In quel periodo continua la crisi all’interno della casta dei Samurai fino all’arrivo della rivolta di Saigo Takamori il cui nipote sarà allievo di Funakoshi.
Rinunciati gli studi e perse le ricchezze che godeva in veste di Samurai, Funakoshi si ritrova sposato e senza soldi così inizia una vita di sacrifici lavorando come contadino di giorno e allenandosi tutta la notte fino all’alba con il M. Azato e Itozu.
Nel 1877 arriva il momento della partenza obbligatoria per il servizio militare ed è proprio qui che Funakoshi ha la prima possibilità di dimostrare dopo anni di studi e allenamenti il suo Karatè. Il successo di questa sua esibizione davanti all’ispettore militare fu tale da essere proposto il suo Karatè come materia di insegnamento nelle scuole. Nel 1904 Itozu crea i kata Heian per consentire un facile apprendimento ai bambini delle scuole elementari.
Da quell’anno fino al 1917 abbiamo un periodo di aumento delle dimostrazioni del To-De (Karatè di Okinawa). Intanto già dal 1899 le associazioni di arti marziali giapponesi creano una scuola di arti marziali ed ottengono l’insegnamento obbligatorio nelle scuole del Kendo e del Judo.
Nel 1921 Funakoshi ebbe l’ennesimo successo delle sue dimostrazioni ad Okinawa davanti agli occhi dell’imperatore Iroito, un secondo successo a Tokyo in Giappone durante l’esecuzione di un Kata ed un terzo nel tempio del Judo invitato da Gigoro Kano.
Fu così che Funakoshi decide di abbandonare lavoro e famiglia per dedicarsi interamente alla diffusione del Karatè; ricomincia quindi da zero, apre un suo Dojo (1923) che verrà distrutto da un terremoto e ricostruito nel 1924. Nel 1930 sono 10 i Dojo di Funakoshi.
Scrive un libro nel 1926 sul Karatè-Jutsu (Jutsu = tecnica marziale) che diventerà poco più tardi Karatè-Do (Do = via) (Kara = mano vuota dove mano rappresenta l’arma e vuota la mente).
Si inizia una sorta di sfida fra le scuole di stili e arti marziali diverse, sono combattimenti violenti e opposti agli insegnamenti di Funakoshi ma si rivelano anche una occasione di confronto.
Inizia un’era di cambiamenti e miglioramenti dello stile di Funakoshi: Yoshitaka trasforma le posizioni allungandole e abbassandole, nel 1930 Funakoshi cambia i nomi dei Kata, nel 1936 vengono inseriti nel Karatè, come già era successo nel Judo, i vari livelli comprendenti i Kyu e i Dan.
Scoppia la prima guerra mondiale caratterizzata non solo dall’insegnamento del Karatè tra i soldati ma anche dai bombardamenti uno dei quali, nel 1945, distrugge il Dojo Shotokan che era stato costruito grazie ai sacrifici di Funakoshi ed al sostegno degli allievi.
Dopo questa ennesima disgrazia, Funakoshi decide di ritornare dalla moglie che però muore dopo un anno, così torna a diffondere i suoi insegnamenti prima a Tokyo per poi partire in un lungo viaggio che lo porterà anche in America fino all’arrivo della morte che lo colpirà nel 1957.