21 Nov Ambizioni personali e bisogni dei bambini. Lo sport può educare ma anche demolire.
Società sportive ambiziose e genitori disinformati sono un vero problema e sono tra le principali cause che portano i bambini ad essere ansiosi, insicuri, chiusi e sempre più lontani dal mondo dello sport. Leggo l’ennesimo articolo su un quotidiano locale in cui una piccola società sportiva vanta i suoi progetti di espansione territoriale, di conquiste di campionati e ancora una volta nessuna traccia di parole come educazione, coinvolgimento, passione. Attenzione genitori perché il messaggio che esce da questi articoli è chiaro, difficilmente le aspirazioni di conquiste agonistiche di una società sportiva si concilieranno con i bisogni dei bambini, difficilmente un dirigente sportivo o un allenatore che scrive questo tipo di articoli troverà tempo e spazio per dedicarsi a chi “non riesce” o a chi non è in grado di inserirsi nella squadra in modo veloce e autonomo. Veloce è il termine giusto perché la partita da vincere è quella di domani, non importa se tuo figlio non è ancora pronto. Qualcuno mi accuserà di essere di parte, di far pubblicità alla disciplina che pratico e che amo, il karate, ma non è così. Per fare un esempio posso citare Marco Calamai, ex allenatore di serie A di basket che nonostante un ottima carriera avviata e a causa di un forte disaccordo con la politica antisportiva che circondava il mondo del professionismo sportivo ha deciso di ritirarsi dai gradini alti del basket per dedicarsi alla cura dell’autismo attraverso lo sport. Ho incontrato questa splendida persona in un corso di formazione per educatori sportivi, ero pronto con il mio inseparabile quaderno degli appunti per catturare strategie e metodi di insegnamento ma in due ore di intervento mi sono accorto di non aver scritto nulla perché il suo era un discorso che arrivava dritto al cuore. Due ore di filmati e parole, quelle di Calamai, che possono capire e colpire solo coloro che stanno a fianco dei bambini e ragazzi quotidianamente in palestra e non certo passa il suo tempo a studiare strategie politiche e a scrivere articoli del genere.
Quando ci si confronta solo con le proprie ambizioni si perde il senso della realtà e di ciò che conta veramente nello sport.
E poi c’è un altro fattore, il rispetto dell’avversario. Sport che puntano come obiettivo primario la sconfitta dell’avversario in età pre-agonistica e che esaltano fino all’esasperazione la disfatta dell’avversario a favore della vittoria personale non favorisce di certo l’educazione al rispetto, all’amicizia e all’aiuto del prossimo nell’età adulta. Non esistono sport migliori di altri ma esistono allenatori, dirigenti sportivi che sono innanzitutto persone e in quanto tali capaci di pensare e di porsi i propri obiettivi. Informatevi bene prima di iscrivere vostro figlio ad un corso perché dagli obiettivi di queste persone dipende l’educazione e la formazione del carattere di vostro figlio.
Andrea Silenzi Responsabile Tecnico a.s.d. Budokan Karate San Mauro Pascoli
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